Malus romanzo on-line 7.I

21 maggio 2009

Quando si svegliò, capì che era mattino solo dall’ora segnata dal suo orologio da polso, le dieci. Durante la notte qualcuno doveva essere entrato nella stanza, poiché i suoi abiti, completamente asciutti ed accuratamente ripiegati, erano poggiati su una poltroncina vicino allo specchio, accanto allo zaino e la torcia elettrica, che funzionava nuovamente.
« Dove ha messo il mio bel vestito? »
Lo ritrovò appeso nell’armadio insieme ad altri abiti dai colori e stoffe più varie, rimase a lungo ad ammirarli affascinata. Abiti simili li aveva visti solo in televisione alle sfilate di moda e nei film in costume, affascinanti souvenir di una femminilità troppo scomoda. Averli tra le mani era tutt’altra cosa, le stoffe erano talmente morbide e delicate al tatto da provocare sensazioni del tutto nuove ed infine non seppe fare a meno di indossarli.
Per ultimo provò un abito di velluto rosso fuoco con lo strascico, attillato con lunghe maniche a zampa d’elefante. Si rimirò nello specchio, divertita dalla sembianza che le conferiva l’abito.
« Da casta colomba a mangiatrice d’uomini » disse con un accenno d’impertinenza, gettò indietro i capelli che le ricaddero sulle spalle come se fossero diventati anch' essi di fuoco, li ammirò con orgoglio girando lentamente su se stessa. Ancora una volta il gioco si trasformò in realtà, quando tornò a fissare lo specchio, lo sguardo era divenuto serio e la fronte corrugata.
" Chissà qual è la mia vera essenza" Gli occhi si fissarono fiammanti nello specchio, cercando di carpire oltre all’immagine riflessa qualcosa di se stessi, di leggere nella propria anima, ma poi si accesero di un sorriso amaro
" Per fortuna gli specchi riflettono soltanto una parvenza, nemmeno l’immagine reale, solo ciò che noi vogliamo che sia. Gli uomini vedono anch' essi solo ciò che può mostrare uno specchio" Accarezzò lo specchio come se volesse sfiorare la sua reale natura, poi chinato il capo borbottò a voce sommessa " In fondo è quanto noi stessi vogliamo vedere ".
Volse le spalle a quell’immagine poco gradita di sé e si tolse l’abito, troppo scomodo nella sua aderenza al corpo, indossandone uno di seta blu acqua trapunto d’oro, attillato nel corpetto ma molto ampio nella gonna.
Lasciò la camera con l’intento di mettersi alla ricerca del Principe della Notte. Dinanzi alla porta trovò come promesso una guardia, con una torcia pronta a farle da guida, stava per tentare di comunicare con l’uomo ombra, quando fu distratta da un’insopportabile fetore, si guardò intorno, si rese conto che l’odore proveniva da un mostro simile a quello che aveva tentato di aggredirla sul cornicione.
« Io sarei l’interprete, loro non parlano » si giustificò il mostro vedendo che Desirée lo guardava con disgusto retrocedendo ed arricciando il naso.
« Il fatto di essere un mostro ti impedisce per caso di lavarti? »
« Certo, è contro l’etica professionale » s’intromise un altro mostro sbucando da dietro un pilastro insieme a diversi altri, facendo esclamare Desirée.
« Che schifo, sembra odore di fogna. Va bene, portatemi dal vostro padrone, ma per favore state lontani » volle concludere Desirée, rendendosi conto di essere ormai circondata da una decina di mostri, ma non le fu possibile, poiché uno di loro tenne a precisare.
« Bimba, guarda che tu sei nostra prigioniera, non ci puoi dare ordini. » Desirée non poté fare a meno di osservare i lunghi denti giallastri esibiti in tutto il loro fetore allo scopo d’intimorirla. Qualcuno allungò minacciosamente le zampe avvicinando gli artigli alle morbide pieghe della gonna, ma poco prima di giungere a toccarla, alzò lo sguardo incrociando quello oltremodo minaccioso di Desirée.
« Voi non starete per caso cercando di sgualcire il mio vestito? »
I mostri rimasero un attimo a guardarla pensierosi, poi spinsero avanti uno di loro, un po' più grosso, il quale dopo essersi schiarito la voce per farsi coraggio domandò.
« Nel qual caso questa sfortunata evenienza dovesse verificarsi, in quali conseguenze potremmo incorrere, nostra signora? »
« L’annientamento totale, v’incenerisco » rispose Desirée con voce calma e fonda.
« Grazie, era solo un’informazione, tanto per sapere » disse il mostro ritirandosi nel gruppo, Desirée li guardava divertita dalla loro infantile credulità, intanto uno di loro tenne a precisare.
« L'annientamento totale è in palese contrasto con la nostra etica professionale»
Nel frattempo l’ombra si era allontanata facendo strada.
« Davvero, e in che cosa consiste la vostra etica professionale? » domandò Desirée seguendoli lungo la scala buia che conduceva fuori dalla torre.
« Innanzi tutto siamo molto pericolosi ...»
« Non è facile essere pericolosi, vero Signora? »
Desirée annuì.
« Zitto deficiente! Non m’interrompere. La nostra pericolosità è costituita nel caso specifico dal fatto che ci nutriamo di carne umana » e voltandosi fissò significativamente Desirée con la bava gialla che gli colava dalla bocca.
« Ma se io sono la prima persona ad avere messo piede in questo castello, come fate a mangiare, è per questo che siete così magri? »
« Che cosa c' entra questo! » Imprecò il mostro, continuando la spiegazione « Abbiamo ben tre file di affilatissimi denti, tra i quali meritano particolare menzione i lunghi canini, che possono raggiungere la lunghezza di ben dieci centimetri, una potenza mandibolare che ci permette di recidere anche l’acciaio. I nostri artigli sono più taglienti dei rasoi, e velenosi basta un taglietto per morire avvelenati, lo stesso vale per gli aculei della coda »
« Certo se non vi lavate mai, c’è di che prendersi qualche brutta infezione » disse Desirée varcando la soglia della torre ed entrando in una delle tante grandi sale.
« Tu bella bimba non ci prendi sul serio » la minacciarono.
« Queste sono le vostre caratteristiche somatiche, non è l’etica »
La guardarono un attimo interdetti, e dopo avere sferrato un paio di calci all’interprete colpevole di avere sbagliato argomento, continuarono a spiegarle « Ecco noi facciamo tutte le cose più cattive, che uno possa immaginare, non facciamo niente di buono per gli altri, piuttosto ci facciamo ammazzare »
« Ed è bello fare i cattivi? »
« Che domande, certo! » Desirée sorrise nuovamente.
« Come fate a saperlo, se non avete fatto niente di buono, o almeno senza esservi resi conto di farlo. Adesso ad esempio, mi state gentilmente accompagnando dal vostro padrone tutti insieme, come si conviene a dei bravi e graziosi esserini, è molto premuroso da parte vostra. Grazie.» A quelle parole presero a contorcersi dal disgusto, ci fu addirittura chi si rotolò per terra.
« Senti un po' Bimba, chiamaci un’altra volta carini, graziosi o qualcos’altro e finisci male »
« Quindi per voi questo sarebbe un' insulto? »
« Certo, »
« Anzi un oltraggio! »
« Allora se vi dicessi che siete dei putridi vermi, o dei deficienti con la fogna al posto del cervello, voi sareste contenti ? »
«Si, certo » annuirono alcuni saltando contenti, ma uno di loro li fermò.
« No, aspettate ragazzi in questo ragionamento c' è qualcosa che non quadra » ne seguì un sommesso bisbigliare interrotto di tanto in tanto da qualche irripetibile imprecazione. Infine uno di loro leggermente più magro ed incurvato, che dava l’impressione di essere inoltre più anziano, disse.
« Bisogna distinguere tra l’essere e l’intento, quindi ne consegue che noi siamo perfetti e bellissimi, ma con pessime intenzioni nei confronti di ogni essere vivente, in particolar modo gli uomini » Gli altri annuirono contenti per la soluzione raggiunta, Desirée invece sospirò annoiata.
« Ad esempio? » A questa domanda i mostriciattoli si guardarono in faccia senza sapere rispondere, poi uno di loro sembrò avere un’idea.
« L'altro giorno abbiamo detto ad alcuni di noi di andare in uno scantinato a prendere il carbone, li abbiamo chiusi dentro, non c' era il carbone, ma l' acqua che saliva sempre più e sono tutti annegati »
« Ah, ecco chi è stato » disse uno dietro di lui, mentre altri gli facevano da spalla.
« Non siete annegati? »
« Capo, forse era la bassa marea quella che veniva… » suggerì con fare colpevole un altro, poco prima di venire aggredito da un compagno. Ne nacque una piccola rissa i cui componenti rotolarono giù da delle scale, dove i colpevoli avevano cercato di scappare, gli altri rimasero un attimo ad osservarli, continuando poi tranquillamente il loro camino.
« Se volete fare davvero i cattivi, perché non vi mangiate il vostro padrone, sarebbe una cattiveria senza pari, divorare chi vi ha creato. Vi assicuro che non c’ è niente di peggio che uccidere chi t’ha dato la vita » Il tentativo di sobillazione non riuscì molto bene, i mostri la guardarono scandalizzati.
« Queste sono cose che non si pensano nemmeno.»
« No, no.» aggiunsero gli altri preoccupati.
« Ma come fate ad essere cattivi, se obbedite ciecamente al vostro padrone, io pensavo che per essere davvero malvagi, bisognasse essere contro ogni cosa. »
« Solo se non fa male »
« Ma lui è davvero cattivo »
« E io? »
« Buona, con le patatine e la salvia »
« Anche l’alloro non ci starebbe male »
Intanto la guardia, che li precedeva, aveva aperto una porta dalla quale usciva uno spiraglio di luce, entrando Desirée si rese conto di trovarsi nella stessa stanza della sera precedente. I mostri rimasero rispettosamente all'esterno. Vista con animo sereno la camera era accogliente, piccola e straripante di libri, che ricoprivano ogni superficie piana disponibile, fatta eccezione per una roccia sulla quale poggiava la sfera di cristallo.

Malus II

20 maggio 2009

- Bello, bello, bello!- 18
- Ci sarà un seguito, le nostre eroiche avventure continueranno - 27
- Grazie al cielo quello scansafatiche dell'autore s'è dato una mossa! - 32
-Dice che è impegnato ma noi credere poco, ma pensiero positivo, bello altre avventure!!- 25
- Che si spera sia narrate con un po' più di obbiettività e correttezza, senza giullari scemi e psicopatici- 32
- Chi la dura la vince, adesso servirebbe soltanto qualcuno che prenda a calci nel suo bel fondo schiena l'autore affinchè scriva veramente la seconda parte, invece di perdersi in mille altre cose del tutto inutili - 16
- Perchè npio autore così?- 25
 
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