Buon Natale

24 dicembre 2011


Buon Natale
e
Felice Anno Nuovo

a
tutti!
torniamo l'8
ciao


Malus, I. Lo scoccare delle ore, 16

« Dicono che è ora di pranzo e che non vi potete ancora stancare molto ».
« Dovete andare subito, è il padrone che lo ordina », aggiunse un al­tro tristemente.
« Non fa niente, andremo dopo mangiato », li consolò Desirée allontanandosi nel corridoio buio.

Nel pomeriggio riapparvero i piccoli mostri, ben felici di portarla, come pro­messo, a vedere la sala del trono, parlottavano incessantemente tra loro interpellandola di tanto in tanto riguardo alle loro questioni.
« Ma voi come vi chiamate? » li interruppe d’un tratto Desirée.
« Come sarebbe, come ci chiamiamo? »
« Ognuno di noi è contraddistinto da un numero ».
« Sarebbero i numeri di serie con cui ci ha progettati il padrone », precisò l’anziano, specificando di essere il numero 16.
« Veramente volevo sapere, se la vostra specie ha un no­me ».
« Che cos' è una specie? ».
« Il vostro tipo di mostruosità, come si chiama? »
« Terrificante! » Le rispose il mostro più vicino, ma si prese un pugno per non avere capito a che cosa si riferiva la ragazza.
« Noi non abbiamo un nome », le disse tristemente 27 ingoiando con un singhiozzo la bava che gli colava dagli angoli della bocca.
« Signora, si può essere dei mostri non avendo un nome? » s’infornò ansioso un altro.
« Potresti chiedere al padrone di darci un nome? »
Desirée annuì, pur avendo il presentimento, che se fino ad allora il Prin­cipe della Notte non aveva ritenuto necessario dare un nome alle sue creature, probabilmente non lo avrebbe fatto nemmeno in futuro.
Così ripresero il cammino, con i mostri che, eccitati dall’idea di potere avere un nome, iniziarono a inventarne innumerevoli, senza pe­rò riuscire a trovare un vago accordo nemmeno sul genere di nome che volevano.
La sala del trono costi­tuiva il nucleo cen­trale intorno al quale si svi­luppava l’intera costruzione, con la sua altezza eccezionale determinava le dimen­sioni e la posizione degli appartamenti privati, che si trovavano ai piani immedia­tamente superiori.
Desirée e i mostriciattoli dovettero scendere diverse scale per raggiungerne il livello  dell’entrata posta alla fine di un lungo e buio corridoio con minacciose statue in armatura addossate alle pareti, che con la loro mole intimidivano chiunque si fosse soffermato dinanzi a loro, perché inquietantemente realistiche, nell’ombra di  ognuna aleggiava silenzioso un Alp.

Recensione di "La mano di Ferro" e "Imperium"

06 dicembre 2011


La mano di ferro di Lindsey Davis un romanzo giallo/avventura ambientato ai tempi di Tito e Vespasiano, che compaiono anche tra i personaggi, niente male e di gradevole lettura, narrato con un filo d’ironia dallo stesso protagonista agente segreto dell’imperatore mandato nella lontana,fredda e barbara provincia della Germania ad indagare su ribelli testardi e legionari troppo convinti di sé.
Ci è piaciuto molto, ben fatta la descrizione della Germania, dei castra delle legioni, forse viene un po’ meno quello che era l’effettivo spirito militare romano, lo si intravede un po’ tra le righe, forse l’autrice ha italianizzato un po’ troppo i Romani, mostra però di avere un’eccellente conoscenza dell’epoca.



Più imquietante, perchè in qualche modo ci sembra molto attuale, è invece Imperium di Robert Harris appartenente allo stesso genere, che narra l’ascesa politica di Marco Tullio Cicerone attenendosi molto da vicino alla realtà storica, riesce a descrivere molto bene la lotta in difesa della Repubblica Romana sotto attacco dai poteri forti e la spregiudicata scalata al potere di Giulio Cesare. Leggendo il romanzo si spera che nonostante la dilagante corruzione la Repubblica non cada, pur sapendo che è un’illusione perché nella storia sta per fare il suo ingresso l’Impero Romano.


Mette un po’ di ansia (almeno a noi), ma è un gran bel libro.

Malus I. Lo scoccare delle ore, 15.

02 dicembre 2011

Il Principe della Notte era soddisfatto, brindò alla propria perfidia e successo, anche se quell’ultima domanda gli aveva lasciato uno strano sapore amaro in bocca.
Lasciata la stanza, Desirée vagò triste senza meta per sale spoglie e silenziose, seguita soltanto dalla guardia che sembrava essere diventata la sua ombra, finché un orrendo odore di topo putrefatto le se­gnalò la presenza dei mostri.
« Padrone stato cattivo? »
« Noi te l’avevamo detto ».
« Bimba non deve avere però paura di lui, è tanto buono: ha fatto noi ».
« Fantastico colpo di genio, devo ammetterlo », com­mentò sarcasti­ca Desirée continuando a passeggiare senza dar loro molta retta.
« Noi siamo tanto belli o brutti, dipende dal punto di vi­sta ».
« Ha fatto pure di peggio » osò fare notare uno dei più giovani, prima di essere assalito dai compagni per la mancanza di rispetto nei confronti del padrone.
« Vuoi sentire la nostra etica professionale? » domando uno di loro togliendosi rispettosamente la bava dalla bocca e pulendosi le zampe sul petto.
« Non mi va adesso, un’altra volta ». I mostri si zitti­rono e la guar­darono preoccupati.
« L’ha davvero trattata male, se la bimba è tanto triste ».
« Non vuole nemmeno sentire la nostra bella etica pro­fessionale ».
« Forse a una bimba piacciono di più altre cose, che non siano per forza dei mostri », suggerì uno di loro.
« Non c’è niente di meglio di noi imbecille!».
« Zitto deficiente! 23 ha ragione.» Ebbe così inizio una vivace consultazione, che si trasformò in una piccola rissa, perché uno di loro scivolò sulla bava facendo cadere gli altri, al termine della quale decisero di mostrarle la sala del trono, ma mentre le saltellavano di­nanzi contenti dell’idea, appar­vero due guerrieri ombra.

Malus I. Lo scoccare delle ore, 14.

21 novembre 2011

« Temo, che non siate nella condizione migliore per permettervi d’esprimere giudizi nei con­fronti della mia persona. Mi era parso che foste venuta per un motivo preciso » le rispose imperturbato con aria superiore Malus.
« Ah si, me ne stavo dimenticando, potrei vedere la spada? » il Principe della Notte scop­piò in una sonora risata.
« Non penserete, che io sia così ingenuo da mostrare la spada sacra ad un Rankarth? »
« Ma io non c'entro niente, non so nemmeno chi fossero questi Rankarth! Non sono pericolosa! ».
« E allora, perché volete vederla? »
« Pura curiosità, è la causa di tanta disgrazia ».
« Non vi preoccupate, a tempo debito la vedrete... trapassare il vostro cuore » le rispose il Principe della Notte col solito sorriso mali­gno, alzando la coppa in un macabro ma sentito brindisi pregustando il momento.
Desirée fu particolarmente turbata dal sadismo di quella risposta, e a bassa voce disse.
« Bastardo fuori e dentro », e andò via a testa bassa, ma poco prima di varcare la soglia si voltò dicendo.
« Tu sai rispondere alla mia domanda ».
« Io sono il Principe della Notte non devo rispondere a nessuno ».
« Nemmeno a te stesso? » La rapidità e profondità di quella stoccata fecero capire al Principe della Notte che in un dialogo come nella scherma la prontezza di riflessi poteva essere decisiva e certamente lei non era venuta per ringraziarlo, stava semplicemente usado le parole al posto delle spade.
« Non sono più un bambino a cui si devono spiegazioni ». Ed il suo era un tono che non ammetteva repliche, l’oscurità prese ad addensarsi intorno a lui, però la risposta giunse immancabile, adesso che quegli occhi chiari erano fissi su di lui come lame lucenti.
« Ci sono domande alle quali è meglio rispondere, prima che sia troppo tardi ».
« Non esiste un troppo tardi ». Lei chinò il capo sorridendo tra il divertito e l’imbarazzato, sembrò arrossire.
« Purtroppo non è così, mio bel principe ». Si voltò e andò via.

Malus,I. Lo scoccare delle ore, 13.

04 novembre 2011

« Serve a vedere avvenimenti troppo lontani per es­sere visti ».
« Si può vedere anche nel futuro? »
« Alle volte quello più immediato, ma non quello dei maghi, perché non siamo soggetti alle stesse forze dei comuni mortali, quindi ne siete esclusa anche voi ».
« Peccato. Si può vedere all’interno delle persone? » Malus la guardò alquanto seccato, pertanto le rispose con un deciso.
« No ».
« Come funziona? » La ragazza era snervante, la voglia di sentire parlare qualcuno gli stava già passando.
« Ogni vostro desiderio per me è un ordine ». Disse palesemente scocciato alzandosi.
Stese la mano sulla sfera e al suo interno ap­parvero tremolanti paesaggi lontani, inondati di Sole.
« È con questa sfera che mi hai trovato? »
« Sì », le rispose Malus, prendendo in mano una caraffa di vetro co­lorato riempiendosi una coppa di vino.
« Gradite un po' di vino ». Desirée rifiutò, conti­nuando ad ammi­rare quanto accadeva nella sfera di cristallo.
« Una guerra, non mi piace. Come si fa a farla tornare di nuovo indie­tro? » Malus trasalì, quando un attimo prima aveva distolto lo sguar­do dalla sfera, questa mostrava delle normalissime scene di vita campestre, non era possibile che fosse riuscita a farla funzionare da sola.
« Ripassate sopra la mano e pensate al luogo o alla per­sona che vor­reste vedere », le disse osservandola con estrema attenzione, poteva es­sere stato un caso a fare cambiare lo scenario, ma nella sfera di cristallo apparve un elegante ufficio con una bionda spumeggiante in attillato tail­leur rosso fuoco che, piegata su una scrivania in mogano stava spie­gando qualcosa a un elegante giovane signore, che si trovava sul lato opposto, badando bene di mettere in mostra la profonda scollatura e quanto in essa contenuto.
« Ma non sa fare altro quella! » esclamò Desirée, « Pensavo che fossero disperate per la mia scomparsa, quella deficiente invece pensa a rimorchiare! »
« Vi è una certa possibilità, che vi abbiano dimenticato », con un sorriso aggiunse « Come per magia ».
« Perfida serpe! »

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 12.

29 ottobre 2011

« Ha dei bellissimi riflessi », disse, ammirando l’unica cosa che riusciva a vedere. « Come si usa? A che serve? »
« Serve a vedere avvenimenti troppo lontani per es­sere visti ».
« Si può vedere anche nel futuro? »
« Alle volte quello più immediato, ma non quello dei maghi, perché non siamo soggetti alle stesse forze dei comuni mortali, quindi ne siete esclusa anche voi ».
« Peccato. Si può vedere all’interno delle persone? » Malus la guardò alquanto seccato, pertanto le rispose con un deciso.
« No ».
« Come funziona? » La ragazza era snervante, la voglia di sentire parlare qualcuno gli stava già passando.
« Ogni vostro desiderio per me è un ordine ». Disse palesemente scocciato alzandosi.
Stese la mano sulla sfera e al suo interno ap­parvero tremolanti paesaggi lontani, inondati di Sole.
« È con questa sfera che mi hai trovato? »
« Sì », le rispose Malus, prendendo in mano una caraffa di vetro co­lorato riempiendosi una coppa di vino.
« Gradite un po' di vino ». Desirée rifiutò, conti­nuando ad ammi­rare quanto accadeva nella sfera di cristallo.
« Una guerra, non mi piace. Come si fa a farla tornare di nuovo indie­tro? » Malus trasalì, quando un attimo prima aveva distolto lo sguar­do dalla sfera, questa mostrava delle normalissime scene di vita campestre, non era possibile che fosse riuscita a farla funzionare da sola.

Malus, I. Lo scoccare delle ore 11

22 ottobre 2011

 Non pensate Signora, è meglio. Quel qualcosa di strano come lo definite voi, può essere dovuto al fatto che mia madre era Ilfhild principessa degli elfi del Gran Regno dei Tre Tulipani D’oro di Alfheimr. Scuse accettate ». Per un attimo si chiese se doveva snocciolare tutta la genealogia di parte elfa come d’uso, ma preferì lasciare stare, non era molto orgoglioso del sangue elfico che gli scorreva nelle nobili vene, con sua sorpresa invece Desirée lo guardava a bocca aperta.

« Un mezz’elfo uhauu! Per questo sei così carino? Gli elfi sono molto carini, però non hai le orecchie a punta». Malus rimise seccato la lunga penna nel calamaio e precisò.

« Primo: sulla bellezza degl’elfi avrei qualcosa da ridire, anzi molto da ridire, e non è solo una questione di gusto e grazie al cielo non ho le orecchie a punta, mi manca solo questo! Secondo: la parte migliore e più nobile è quella paterna », e non sopportando lo sguardo ammirato di Desirée, rincarò spiegando « In effetti, in tempi lontanissimi eravamo qualcosa di simile ai vampiri, solo molto più potenti. Noi a differenza di loro ci siamo liberati dalla morte, imparentandoci con i Wanen: l’antica stirpe di Dei, non dobbiamo bere il sangue altrui per vivere, abbiamo la nostra vita ed è molto lunga », adesso lei lo guardava con diffidenza, questa seconda parte inspiegabilmente sembrava piacerle poco, incurante dell’effetto che la sua spiegazione poteva avere avuto, prese la penna e dopo averla fatta sgocciolare riprese a scrivere.

« E… » s’informò piena di speranze Desirée « I miei antenati avevano sangue elfico? O di qualche altra creatura fiabesca?»

« No, solo dozzinale sangue umano e nemmeno nobile, plebeo ». Detto ciò non le diede più retta, un conto era apprendere informazioni che avrebbero potuto essergli utili, un altro era darle.  Dopo un po’ però, non sentendo proteste da parte della ragazza, di­venne sospettoso ed alzata la testa, la vide seduta davanti alla sfera di cristallo con gli avambracci distesi sul ripiano ed il mento poggiato sulle mani congiunte, mentre i suoi grandi occhi chiari lo guardavano attraverso il cristallo.

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 10.

15 ottobre 2011

« Oppure, Amleto ha avuto il coraggio di porsi alcune domande », controbatté Desirée, sicura di sferrare un colpo basso a Malus, ma non fu così perché con la solita flemma questi rispose.
« Terrei a sottolineare che per porsi e porre delle domande non c’è assolutamente bisogno di coraggio, ma unicamente d’acume mentale, di conseguenza più che un coraggioso questo povero disperato dà l’impressione di essere stato uno che sicuramente non conosceva se stesso, perché, vedete mia Signora, il nostro vissuto è estremamente breve, come è limitato il pezzo di terra dove si vive, ed è breve anche la più duratura fama preso i posteri, tra l’altro tramandata da generazioni di omuncoli condannati a morire senza nemmeno avere conosciuto se stessi, quindi è perfettamente inutile aspettarsi che siano in grado di comprendere una mente eccelsa. Onde per cui questi dubbi sono inutili affanni dell’anima che affliggono gli omuncoli disorientati.  Era d’aspetto sgradevole? » Desirée lo guardava sorpresa.
« Che c'entra questo? No, anzi pare che fosse un gran bel figliolo. Certo che definire Amleto un omuncolo disorientato è il colmo. È il tormento, il dramma dell’esistenza umana… », adesso Malus la guardava più perplesso che mai, quelli erano turbamenti che avrebbero potuto venire a lui, rinchiuso in un castello isolato dal resto del mondo, ma non ad un altro principe bello e libero di godersi la vita. Il mondo al di fuori di Tenebricus sembrava veramente strano e questo avrebbe potuto incidere sui suoi piani. Comunque la ragazza con la sua parlantina era una stupefacente fonte d’informazioni.
« E come si è concluso? » s’informò.
« Con la sua morte ». Malus fece una smorfia compiaciuta.
« È come ho detto inizialmente: tutti affanni e pene inutili, caratteristiche di una mente annoiata, poco istruita dominata da un’anima semplice ».
« Santa pazienza! » esclamò Desirée strisciandosi indietro i capelli ancora ribelli a causa del non-taglio.
« Ma non era un mago vero? Questo spiegherebbe la sua imperfezio­ne, paragonato a me s’intende ». E soddisfatto riprese a scrivere sulla pergamena che aveva dinanzi.
Desirée corrugò la fronte, le era venuto un dubbio.
« Esattamente tu cosa sei? Dato che dici di essere il Principe della Notte, Signore delle tenebre sei un vampiro? » Malus alzò la testa di scatto orripilato, come aveva potuto venirle in mente una cosa del genere.
« Santa ignoranza! Come… », si riprese un attimo e scandì lentamente « Io non sono un vampiro », pensò al disgusto che avrebbe provato a dovere bere sangue di qualche plebeo umano con chissà quali malattie, puzzo e sporcizia addosso, peggio degli animali.
« Scusa, ma hai qualcosa di strano così pallido e allora ho pensato… non volevo offenderti, mi dispiace ».

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 9.

10 ottobre 2011

« Esattamente », rispose Desirée sorridendo spavaldamente a Malus, il quale adesso la guardava con fin troppa attenzione, rispondendole altero.
« Signora, vi prego, questi sono dubbi che riguardano il comune volgo ed in quanto tali non mi tangono. Un intelletto veramente superiore è capace d’abbracciare col pensiero tutto il tempo e tutta la sostanza. Spero che questa risposta vi soddisfi maggiormente, perché non ho alcuna intenzione di dilungarmi in ulteriori e superflui deliri mentali ». Aveva passato secoli a leggere i classici del pensiero delle migliori menti dei nove mondi, pertanto non gli mancavano certo le armi intellettuali per sconfiggere una ragazza proveniente da un mondo superficiale e vuoto, che infatti gli aveva già messo il broncio borbottando.
« Oltre ad essere maligno, sei anche associale ». La ragazza era imprevedibile.
« Sono dolente di dovervi nuovamente contraddire. Terrei, infatti, a rilevare che in fatto di malvagità i vostri ante­nati hanno di gran lunga superato i miei, inoltre non mi potete tacciare d’asocialità, quando mi distanzio semplicemente dal volgo, facendo la parola "associale" evidente riferimento ad una persona che vive al di fuori della società, incapace di integrarsi, invece io, rappre­sentan­done l’apice, ne sono perfettamente integrato, nel senso più puro dell’ari­stocrazia, intesa come il comando dei migliori, o dalle vostre parti preferite affidare la guida della società ai peggiori », sorrise pienamente sod­disfatto, vedendo che, so­prattutto l’ultima parte del suo discorso, non era piaciuta af­fatto alla sua ospite e che se l’era cavata abbastanza bene nella disputa verbale.
« Mai sentito parlare di democrazia, vero? ».
« No, ma già il nome non promette niente di buono ».
« Tanto per cominciare Amleto era un principe ».
Malus la guardò sinceramente stupito.
« Scioccante e per quale motivo faceva di questi discorsi estraniati? » Il modo di ragionare di Malus sfuggi­va a quanto Desirée aveva conosciuto fino ad allora, probabilmente era dovuto al fatto di appartenere ad un mondo completamente diverso da suo e mentre cercava una risposta o come sin­tetizzare in modo comprensibile al suo interlocutore un intero dramma sha­kespeariano, Malus trovò da solo la risposta.
« Presumibilmente non aveva ricevuto un’educazione adeguata al suo rango, che di conseguenza gli avrebbe fornito una valida spiegazione a tali futili do­mande, evitando probabilmente che gli venissero in mente ».

Riprendiamo la pubblicazione

08 ottobre 2011

Gentile lettore, viandante del web riprendiamo la pubblicazione di Malus da dove l'avevamo interrotta, anche se nel frattempo il nostro autore ha messo mano anche ad alcune parti già pubblicate, pertanto per la versione più aggiornata delle pagine precedenti rimandiamo al nostro Blog principale:

Mostriciattoli On-line
http://mostriciattoli2.blogspot.com


un caldo saluto

Malus, I. Lo scoccare delle ore, 8.

Il Principe della Notte, indossava un lungo abito di seta blu scuro trapunto con piccoli zaffiri, se­deva ad uno scrittoio po­sto quasi di rimpetto alla porta, vedendola entrare si alzò per salutarla.
« Buon giorno mia Signora. Spero abbiate dormito bene e vi siate ri­presa dallo spavento ».
« Sì, grazie » rispose Desirée chinando il capo timidamente. « Sono venuta per ringraziarti per quanto hai fatto per me ieri sera. Ti devo la vita... ». Glaciale come al solito il Principe della Notte non rispose immediatamente, solo dopo un po’ disse.
« Non dovete ringraziarmi, sapete benissimo che non l' ho fatto per il vostro bene. Piuttosto sono io a dovervi chiedere umilmente perdono per non avervi accolto fin dall'inizio nel modo dovuto e avervi esposto alla famelicità dei mostri. Il mio è stato un comportamento poco nobile che non trova giustificazione alcuna. Non potrei disprezzare i vostri an­tenati per avermi condannato prima ancora che nascessi, se io stesso agissi in modo simile nei vostri con­fronti ».
« Io non ti avrei mai condannato, sei tanto carino », rispose lei con fare accentuatamente imbarazzato e civettuolo guardandolo con grandi occhi chiari e sbattendo le lunghe ciglia, ma quest’ultima osservazione non piacque molto al Principe della Notte che, infastidito dai modi leziosi, si rimise a sedere seccato ripensando all’odio che lo aveva pervaso la notte prima, sapeva che avrebbe dovuto allontanarla, ma la lunga solitudine aveva raggiunto un peso insopportabile, faceva persino fatica ad articolare le parole, non avendo mai parlato ad alta voce con alcuno, l’unica cosa che aveva pronunciato erano formule magiche, e quando lei parlava troppo velocemente aveva qualche difficoltà a capirla prontamente. Pur essendo un nemico, era qualcuno con cui parlare, non avrebbe ricevuto risposte scontate come dagli Alp; inoltre il pensiero che lo inquietava maggiormente era che una volta fuggito da Tenebricus avrebbe dovuto confrontarsi con gli altri regnanti e condottieri anche verbalmente, pertanto decise di intrattenersi con lei, tanto più che aveva letto che parlare con le donne è più difficile essendo prive di ogni logica e buon senso, quindi era un buon allenamento, così rispose secco.
« Vi ringrazio per il complimento, un po’ scontato, ma indice di cortesia » Si rimise a scrivere, forse fu uno sbaglio, poiché, se non l'avesse fatto, si sarebbe accorto che Desirée aveva uno sguardo particolare.
« Di cosa parlavate con i mostri? » Domandò distrattamente tanto per fare conversazione.
« Di un antico dilemma », rispose con non curanza Desirée, intanto studiava le spalle di Malus, pensando “ Larghe, possenti, peccato che sia un po' magro, ma gli dona, se ci fosse Sophie sarebbe una sfida fantastica” poi scotendosi dai suoi pensieri, aggiunse.
« Essere o non essere, questo è il problema ».
« E perché? » domandò incuriosito Malus smettendo di scrivere ed appoggiandosi allo schie­nale per poterla osservare più comodamente.
« Come sarebbe a dire, perché? »
« Sì, perché? Posso farvi notare mia Signora, che giacché siete viva, se ne può logicamente desumere che esistiate di già, quindi la vostra domanda è del tutto su­perflua ». Quello era sicuramente un ottimo allenamento. « Non starete per caso insinuando, che non ho ben capito quello che avete appe­na detto? » Questo non gli piaceva.

Commento a Saviano

http://www.robertosaviano.it/articoli/quel-fango-su-tutti-noi/

Profondo e acuto come suo solito, però ho pensato di aggiungere alcune osservazioni generali che mi sembrano dovute per il mio modo di vedere le cose e la mia esperienza diretta, forse ultimamente ne ho subite troppe e sono diventata pessimista: vedo tutto nero, per questo quando Saviano parla di calunnia come strumento di regime e tipico dei regimi, mi sembra che stia sbagliando, ma per difetto.

Sarebbe bello potere dire che al potere ci sono cattivi senza scrupoli che hanno ideato e ben oleato la macchina della calunnia, ma temo non sia così, per esperienza so che la calunnia è da qualche anno lo strumento preferito di qualsiasi forma di potere in Italia, piccola o grande che sia, come condannare allora i tirapiedi di Berlusconi in un Italia che purtroppo non conosce altro metodo per imporsi?

Il caso Boffo è emblematico, ormai si sa che era solo una montatura, ma a parte un po’ di rumore da parte di qualche giornalista, è stato punito qualcuno per avere distrutto una persona? Qualcosa è cambiato nella percezione collettiva? VI è stata una reale e concreta reazione a quell'attacco più che riuscito alla libertà di stampa? E badate bene che era coinvolto anche il Vaticano, e mi sembra che la calunnia continui ad essere usata quale unico e solo instrumentum regni, quasi non costituisca più reato o peccato di fronte a Dio, come se Dio si voltasse dall'altra parte per non vedere questi crimini.

Per quanto mi riguarda, penso che purtroppo in Italia, che ci piaccia o meno, si sia perso ciò che una volta ci contraddistingueva ed aveva fatto la grandezza della nazione italiana: la capacità,il genio, la ricerca del genio, il merito come lo si chiama adesso, che è un elemento profondamente legato alla verità, è la verità che non si vuole più, potrebbe fare andare avanti gli altri e non te, la si vuole mercanteggiare, piegare alle ideologie, vendere, annientare, confondere con la democrazia, una finta democrazia ben inteso, dove chi ha più consensi ha ragione. La verità legata al consenso popolare, o dei potenti che è la stessa cosa, viene svuotata della sua effettività, così come pure la democrazia ridotta ad una patetica acclamazione dei poteri, dove vince chi la racconta più grossa e ha più acclamatori o clienti o semplicemente più micorofoni. Se anche tutti gli italiani votassero che in cielo non c'è il sole, non per questo in cielo non rislenderebbe il sole! La verità non è legata e dipendente da chi detiene il potere, la verità dipente unicamente da se stessa, ha forza e vita propria.

Secondo me, questo stato di cose è dovuto al progressivo venir meno negli ultimi decenni della capacità individuale, messa da parte perché scomoda e sostituita da uomini di partito, lobby, insomma gente utile, di conseguenza da anni in Italia abbiamo dimenticato cos’ è il confronto, e soprattutto che questo consiste in un dare e ricevere, si applica solo lo scontro più basso, più vergognoso, perchè i così detti potenti sono psicologicamente troppo deboli e insicuri per affrontare gli altri, troppo traballanti perché nella maggior parte dei casi la posizione che è stata raggiunta non è stata ottenuta per merito ma per vie che non si possono dire, non c’ è la passione per quello che si fa, non c’ è il guardare in alto sfidando non gli altri, ma soprattutto se stessi, e allora… allora si ha paura, appena si vede uno sguardo poco convinto scoppia il panico e la paura rende cattivi, perché ci si rende conto che si può perdere tutto, ben sapendo che in realtà non lo si è mai posseduto realmente. Per questo secondo me le università italiane stano colando a picco nelle classifiche mondiali, perché le nostre sono bravure proclamate e tenute alte ( in Italia s’ intende non all’estero) con metodi che niente hanno da invidiare alla camorra, e chiunque non applaude o per un qualche motivo non è simpatico ai baroni viene distrutto, preferibilmente appunto con la calunnia. Allora quello che mi chiedo io è se come dice Saviano quel fango viene gettato su di noi, se è una macchina del regime pronta a colpire o se non è piuttosto una consuetudine ben oleata e diffusa a tutti i livelli compresa la sinistra e pertanto in un certo senso normale, solo che Berlusconi lo fa in modo più plateale?

In fine vorrei solo aggiungere che questi metodi sono più efficaci dell’omicidio, che ha in sé il grave rischio di fare diventare la vittima un eroe, un santo martire, e in una nazione di santi è un pericolo non da poco, mentre la calunnia distrugge la persona condannandola all’oblio, chi si ricorda di uno schifoso? Nessuno.

E così non resta altro che fare le valigie ed andare, o meglio scappare, all’estero e costruire e realizzare lì quello avresti voluto fare in Italia, quello avresti voluto donare all’Italia, ma per averlo solo voluto fare ti hanno distrutto. Intanto come dice Benigni l’Italia ha perso il sorriso, è che ha perso la passione, e ormai non è che uno sputare veleno gli uni contro gli altri, e così non si può vivere, no non si può.

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Ecco! Dopo una giornata di tentativi abbiamo sistemato il templates. Noi non abitiamo a Pandora ma ci piace molto, per inciso i vari mondi che circondano la Terra di Mezzo in cui viviamo, i cui accessi sono rigorosamente tenutisegreti e nascosti, non è che ci facilitino la vita, viviamo in un mondo complesso!
Speriamo che il nostro nuovo ambiente sia di vostro gradimento, tra poco riprendiamo con la regolare pubblicazione dei post.

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06 ottobre 2011

Template in alllestimento

stiamo riaprendo questo vecchio Blog
vi preghiamo di avere un po´di pazienza
 
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