Malus, I. Lo scoccare delle ore, 16

24 dicembre 2011

« Dicono che è ora di pranzo e che non vi potete ancora stancare molto ».
« Dovete andare subito, è il padrone che lo ordina », aggiunse un al­tro tristemente.
« Non fa niente, andremo dopo mangiato », li consolò Desirée allontanandosi nel corridoio buio.

Nel pomeriggio riapparvero i piccoli mostri, ben felici di portarla, come pro­messo, a vedere la sala del trono, parlottavano incessantemente tra loro interpellandola di tanto in tanto riguardo alle loro questioni.
« Ma voi come vi chiamate? » li interruppe d’un tratto Desirée.
« Come sarebbe, come ci chiamiamo? »
« Ognuno di noi è contraddistinto da un numero ».
« Sarebbero i numeri di serie con cui ci ha progettati il padrone », precisò l’anziano, specificando di essere il numero 16.
« Veramente volevo sapere, se la vostra specie ha un no­me ».
« Che cos' è una specie? ».
« Il vostro tipo di mostruosità, come si chiama? »
« Terrificante! » Le rispose il mostro più vicino, ma si prese un pugno per non avere capito a che cosa si riferiva la ragazza.
« Noi non abbiamo un nome », le disse tristemente 27 ingoiando con un singhiozzo la bava che gli colava dagli angoli della bocca.
« Signora, si può essere dei mostri non avendo un nome? » s’infornò ansioso un altro.
« Potresti chiedere al padrone di darci un nome? »
Desirée annuì, pur avendo il presentimento, che se fino ad allora il Prin­cipe della Notte non aveva ritenuto necessario dare un nome alle sue creature, probabilmente non lo avrebbe fatto nemmeno in futuro.
Così ripresero il cammino, con i mostri che, eccitati dall’idea di potere avere un nome, iniziarono a inventarne innumerevoli, senza pe­rò riuscire a trovare un vago accordo nemmeno sul genere di nome che volevano.
La sala del trono costi­tuiva il nucleo cen­trale intorno al quale si svi­luppava l’intera costruzione, con la sua altezza eccezionale determinava le dimen­sioni e la posizione degli appartamenti privati, che si trovavano ai piani immedia­tamente superiori.
Desirée e i mostriciattoli dovettero scendere diverse scale per raggiungerne il livello  dell’entrata posta alla fine di un lungo e buio corridoio con minacciose statue in armatura addossate alle pareti, che con la loro mole intimidivano chiunque si fosse soffermato dinanzi a loro, perché inquietantemente realistiche, nell’ombra di  ognuna aleggiava silenzioso un Alp.

0 commenti:

 
Image du Blog confinianima.centerblog.net
Source : confinianima.centerblog.net